Imparare il latino attraverso lo studio dei papiri

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الإيطالية
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نبذة عن المقرر

Se per l’Occidente mancano testimonianze che non siano quelle indirette di trattazioni specifiche come l’Institutio oratoria di Quintiliano, l’Oriente ha restituito una serie di testimoni diretti delle forme dell’insegnamento del latino,tra I a.C. e VI d.C.: favorita fondamentalmente dall’occupazione militare e dai bisogni dell’amministrazione per tutta la prima età imperiale, nelle province eccentriche dell’Impero, la circolazione del latino venne ulteriormente incentivata da una politica che lo identificava con la lingua dell’amministrazione (e del diritto) a partire dal III secolo. Continuo, infatti, è il contatto dei latinofoni con allofoni che, spesso, si misero alla prova con l’apprendimento della lingua di Roma.
L’analisi delle testimonianze dirette della circolazione della lingua e della letteratura latina nella pars Orientis dell’Impero - sostanzialmente papiri, frammenti da volumina o codices di pergamena, tavolette ed ostraka - imporrà una riflessione, da un lato, su fenomeni complessi quali quello del bilinguismo (latino-greco) e della diglossia e, dall’altro, sulle forme in cui il latino venne percepito ed insegnato come Lingua2 tra Antichità e Tarda Antichità.

Although there is very little direct evidence about the way Latin was taught in the West, only indirect accounts like Quintilian’s Institutio Oratoria, a series of first-hand accounts exist from the East, highlighting the way Latin was taught between I BC and VI AD. Encouraged by the military occupation and the needs of the administration during the first Imperial Age, Latin spread to outlying areas of the Empire. Latin use became even more popular from the III century AD onwards when the policy was to use Latin for all administration and legal purposes. There was continual contact between Latin speakers and speakers of other languages, and they often tried to learn the language of Rome.
First-hand accounts of the spread of Latin language and literature in the Eastern Roman Empire (the so-called pars Orientis) – basically fragments of papyrus or parchment rolls and/or codices, wooden tablets and potsherds - make us reflect on complex phenomena like bilingualism (Latin-Greek) and diglossia, and about the way Latin was perceived and taught as a Second-Language (L2) between Antiquity and Late Antiquity.

المدربين

Maria Chiara Scappaticcio
Maria Chiara Scappaticcio
Professore associato in Lingua e Letteratura Latina, Maria Chiara Scappaticcio è anche Principal Investigator del progetto quinquennale PLATINUM (Papyri and LAtin Texts: INsights and Updated Methodologies, ERC-StG n°636983), finanziato dallo European Research Council. Formatasi alla 'Federico II', ha maturato la sua esperienza dottorale e postdottorale tra l'Istituto Italiano di Scienze Umane (ora SNS), il Centre de Documentation de Papyrologie Littéraire (CEDOPAL) dell'Université de Liège e l'Institut de Recherche et d'Histoire des Téxtes (IRHT) di Parigi; è stata Visiting Scholar alla Scuola Normale Superiore di Pisa, alla New York e alla Columbia University, e sarà Professeur Invité all'Université de Paris IV 'Sorbonne' (a.a. 2016-2017). Suo ambito di ricerca sono la tradizione e la trasmissione diretta dei testi latini tra I a.C. e IV d.C. e le forme di circolazione e di insegnamento/apprendimento della lingua e della letteratura latina in ambienti allofoni. Continua è la sua collaborazione con eminenti centri di ricerca nazionali ed internazionali ed ha all'attivo più di sessanta pubblicazioni scientifiche; si veda, da ultima, la monografia 'Artes grammaticae in frammenti. I testi grammaticali latini e bilingui su papiro: edizione commentata' (De Gruyter 2015).